martedì 2 settembre 2008

Wim Wenders - Der Himmel über Berlin (Il Cielo Sopra Berlino)

Un bianco e nero che ti taglia gli occhi per colorare il cielo di Berlino. Per un giorno a settimana, il cielo, si lui, è di un azzurro intenso, per gli altri sei è grigio e quando è grigio il cielo diventa grigio tutto il resto. Un bianco e nero non solo estetico, ma anche descrittivo. Il bianco e nero per i pensieri, per il trascendente, i colori per il corpo, per la vita, per l'immanente.

" Quando il bambino era bambino, su niente aveva un opinione, non aveva abitudini, sedeva spesso a gambe incrociate..."

E' il rumore dei pensieri che non fa dormire, è quello che perseguita chiunque ovunque. Ovunque, dal letto al metrò. Alzo gli occhi e incontro occhi. Nessuna scintilla, pensa ad altro, forse alle antilopi e ai giaguari. S'è reso conto che è stato un viaggio inutile. Ora stringe la cinghia del suo borsone. Si attacca ad esso come alla vita... Lei guarda fuori dal finestrino. Guarda i palazzoni color tufo che precedono la stazione con aria stranita. Sono li da due secoli, ma sembra vederli per la prima volta. Pulisce le scale dei palazzi, s'ammazza di fatica tutto il giorno per quattro soldi. Pensa a cosa cucinare per questa sera. Non gli manca niente... Il ragazzino ha fatto sega a scuola. Ha preso la sua decisione da solo e da solo la porta avanti. Sale sul Vomero a guardare il mondo sperando che la scuola non chiami a casa. Mi guarda e si gira. Mi riguarda e si rigira. Non ricordo dove ma Dostoevskij scrisse che quanto più siamo infelici, tanto più sentiamo l'infelicità altrui... che il sentimento non si frantuma, si concentra. Confermo: questo vagone sta per scoppiare.

" Il Tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? "

Due angeli, angeli da prima ancora che Berlino cominciasse ad esistere, registrano il dolore, le sensazioni del mondo, sui loro taccuini. Ascoltano i pensieri degli umani, intuiscono quel che l'uomo prova, lo annotano, ma non possono provarlo. Si scambiano il presente, il passato e il futuro delle sensazioni umane. Sono la memoria storica di una Berlino che volge verso la fine della Guerra Fredda, una Berlino ancora senza Postdamer Platz, una Berlino che ci illude ancora che esista un mondo buono ed uno cattivo... tirano avanti tirandosi dietro la curiosità di saper che significa aver freddo ai piedi, ma nulla è immutabile. L'amore renderà umano l'angelo, l'amore lo colorerà, l'amore lo fare sorridere, l'amore di lei/per lei dall'eternità. L'amore lo metterà al mondo, l'amore lo consumerà.

" Ah wanna tell ya 'bout a girl/ You kno', she lives in Apt. 29/ Why... that's the one right up top a mine/ Ah start to cry, Ah start to cry..."

Wim Wenders torna in Germania dopo quattro film negli States. E' il 1987 e Wenders, ispirato dalle poesie di Peter Handke (che collaborerà alla scrittura dei dialoghi del film), si prefissa un compito non semplice: raccontare la vita attraverso l'esistenza di un essere non canonicamente vivente e installarlo in un contesto storico-culturale ben definito facendo da diario di viaggio alla città più viva del mondo, dove morte e vita sono così vicine da esser compagne di banco, dove l'eroina è acqua, dove Blixa Bargled e Nick Cave si fanno di Lust For Life per tutta la notte e per tutto il giorno, dove le avanguardie provano l'esistenza dell'uomo.

Wenders carica la pellicola di palazzi, di sussuri, di colori, di grigi, di persone comuni, che sembra di passeggiarci per Berlino. A tratti si sente puzza di cipolla, l'odore di Berlino.

Un flusso di pensieri che ti scorre lento, che ti lascia entrare nel film a poco a poco, in punta di piedi. Il Cielo Sopra Berlino è il più bell'inno alla vita che abbia mai vissuto.

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