
Bene, i Parts & Labor ad occhio e croce sembrano i nuovi futuristi scesi dall'Olimpo per portare a noi comuni mortali dell'Avanguardia (Ohhhhh), la fiamma sacra, necessaria per la redensione dell'uomo dopo il peccato originale... sbagliato. La verità è lontana, molto lontana. Questi Parts & Labor sono solo il vecchio che avanza, sono l'attualizzazione di qualcosa che è stato e successo riproposto in modo originale e fresco.
Prendere l'Hardcore annata 84 e portarlo al 2007: via chitarre, via distorsioni, via urli rochi e disperati (in pratica tutto quello che uno poco avezzo a leggere tra le righe ritiene indispensabile per l'Hardcore) e dentro due synth e tanta melodia ed ecco che il vecchio diventa nuovo senza inventare nulla.
"Mapmaker", stampato nel 2007, è pura dinamite posta in sequenza che esplode in armonia alla velocità di 200bpm facendoti esclamare un "finalmente, qualcuno lo fa". Suonano come una spranga di ferro infilata tra i raggi di questa ruota che tutto contiene... batteria furiosa velocissima, synth, bassi in libertà, voce che sembra registrata mentre il cantante era appena passato dal letto ai cereali.
Io odio la gente che fa Hardcore facendo finta che i gruppi della SST non hanno mai distrutto e ricostruito la musica, che si pongono come nuovo quando di nuovo hanno solo le Vans con la pianta larga e, cosa non da meno, odio l'Avanguardia (Ohhhhh) fine a se stessa (ma non solo).
Bene, questi Parts & Labor mi soddisfano non poco. Concettualmente ci conosciamo senza vederci e ricordate: MINUTEMEN!
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