martedì 9 settembre 2008

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Entrava in casa come una valanga. Su, giù, avanti, indietro, in tutti gli angoli ficcava la testa. Finito tornava a guardare tu che pensavi. Ci guardavamo solo, senza parlare... la parola serve agli animali. Ti precedeva correndo nel mondo, curioso come la gioia che non si può nascondere. Ogni tanto si voltava a controllare se tu stavi bene, se eri d'accordo e poi di nuovo a correre. Non c'era posto dove non sarebbe entrato, non c'era persona che non lo salutasse. Ora se n'è andato, all'improvviso, come solo i belli sanno fare, e ha lasciato noi brutti alla nostra brutta vita. Avevo un'amico, ora ho solo il ricordo del suo odore.

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